coltivazione: propagazione da seme

Prima di addentrarci nella tecnica della propagazione da seme, che presenta diverse fasi (impollinazione, etichettatura, maturazione dei semi, raccolto, stratificazione, imbibimento e semina), è necessario fare qualche premessa.
 
La riproduzione sessuata di Sarracenia, nota anche come moltiplicazione o propagazione da seme, è una pratica che offre prospettive completamente diverse da quelle ottenibili tramite la riproduzione asessuata, nota anche come divisione, o più correttamente come moltiplicazione clonale.

Infatti, mentre la moltiplicazione clonale mira ad ottenere un esemplare identico a quello dal quale è generato, mantenendone intatti tutti gli aspetti genetici e le caratteristiche estetiche, la propagazione da seme punta invece nella direzione opposta: ogni singolo esemplare di una generazione di piante ottenute da una semina è un individuo completamente nuovo.

Le piante generate da seme ottengono metà del loro genoma dalla pianta che porta l'ovario, l'altra metà della pianta che offre il polline.

Persino quando il polline prelevato dalle antere di un fiore viene deposto su uno suo stesso stigma (o su uno stigma di un altro fiore della stessa pianta), avviene un ricombinamento del genoma: questa pratica si definisce autoimpollinazione. Anche con l'autoimpollinazione, ogni pianta generata costituirà un nuovo individuo, che pur ricalcando sicuramente buona parte delle caratteristiche estetiche della pianta madre, avrà comunque un differente genoma e non sarà mai un suo clone: non potrà in alcun modo essere considerata "la stessa pianta".

Quindi, opteremo per la propagazione clonale quando vogliamo mantenere tutte le caratteristiche di una pianta, mentre dovremo optare per la propagazione da seme se intendiamo godere della sorpresa di ottenere piante uniche e nuove.



Apparentemente, la propagazione clonale è la via più veloce; ma proviamo a cambiare prospettiva: consideriamo che una singola capsula di Sarracenia può generare diverse centinaia di piante contemporaneamente, mentre la propagazione clonale produce una pianta per volta. Sebbene le diverse centinaia di plantule generate dai semi di un solo fiore saranno esemplari adulti dopo almeno due o tre anni di crescita, non saremo certamente riusciti, in questo lasso di tempo, ad ottenere diverse centinaia di piante adulte per propagazione clonale partendo da una sola pianta madre!

Ora veniamo alla pratica. In questa guida, per semplificare la procedura, praticheremo una autoimpollinazione. Prima di tutto, vediamo la struttura del fiore.


Scegliamo il fiore da impollinare

La scelta del fiore da impollinare dipende dall'ibrido o dalla autoimpollinazione che intendiamo ottenere, ma anche dalla disponibilità di fiori. Le varie specie del genere Sarracenia non fioriscono tutte contemporaneamente, quindi in quel caso dovremo conservare il polline e attendere che il fiore ricevente sia pronto. Vedremo questo aspetto nelle fasi successive.

Esaminiamo il livello di maturazione del fiore



Dobbiamo attendere che il fiore sia quasi del tutto formato, ma non ancora aperto: è importante avviare le procedure quando i petali non sono ancora estesi e i sepali li trattengono ancora all'interno del capolino. Ciò perchè in questa fase nessun impollinatore ha ancora visitato il fiore, pertanto gli stami non hanno ricevuto alcun polline. Proteggendo il fiore da questo momento, potremo essere solo noi a decidere quale polline depositarvi.

Impediamo l'accesso agli impollinatori



Ritagliamo un foglio rotondo di TNT (tessuto-non-tessuto) del diametro di 25-30 cm e usiamolo per coprire bene il fiore.

Applichiamo un cappuccio di protezione



Raccogliamo il bordo del foglio tutto intorno allo scapo, formando un cappuccio ben chiuso. Fissiamo quindi il cappuccio con un laccetto animato, senza stringere ma evitando di lasciare fessure accessibili.
 
Posizioniamo il cappuccio



Facciamo scorrere delicatamente il cappuccio verso l'alto, facendo attenzione a non danneggiareil fiore. Portiamo il collo del cappuccio fino al capolino; poi allarghiamo bene verso l'esterno tutte le rientranze e le pieghe del TNT, per lasciare al fiore lo spazio necessario al completo sviluppo.

Ispezioniamo il fiore il giorno seguente



Se abbiamo applicato il cappuccio al momento giusto, rimuovendolo già dopo uno o due giorni troveremo il fiore ben aperto, con i petali estesi e pendenti all'esterno. Sollevando un sepalo, vedremo che la parte iniziale del petalo sottostante è adagiata sul disco stilare, formando una curva ed ostacolando la visuale verso l'interno, quindi verso le antere che portano il polline. Già il giorno successivo si apriranno dei piccoli varchi fra i petali per consentire l'accesso agli impollinatori naturali, ma per noi è già arrivato il momento di iniziare a procedere per l'impollinazione.

Rimuoviamo un petalo e osserviamo il disco stilare.



Se sul disco stilare è già presente iuna buona quantità di polline, passiamo alla fase successiva;



altrimenti, teniamo fermo il fiore afferrandolo delicatamente dal disco stilare e diamo sui sepali dei leggeri colpi con un dito. Questa manovra farà vibrare le antere, che rilasceranno del polline sul disco stilare.

Raccogliamo il polline dal disco stilare



Imbeviamo un bastoncino cotonato in olio di semi, senza bagnarlo troppo. Lo utilizziamo quindi per raccogliere il polline dal disco stilare.

Individuiamo gli stigmi da fecondare



Quando abbiamo raccolto una buona quantità di polline, individuiamo uno dei cinque lobi del disco stilare e, al suo apice, lo stigma sul quale dovremo depositare il polline appena raccolto.
 
Depositiamo il polline sullo stigma




Per insediare il polline in uno stigma e quindi fecondare il fiore, basta applicare il bastoncino cotonato intriso di polline sullo stigma scelto, ruotanto fra le dita il bastoncino cotonato per assicurarsi di far raggiungere lo stigma da una buona quantità di grani di polline. L'operazione va ripetuta sui cinque stigmi che si trovano ognuno all'apice di un lobo del disco stilare.

Richiudiamo il cappuccio



Dopo aver impollinato i cinque stigmi del fiore, riapplichiamo il cappuccio per evitare le impollinazioni da parte degli insetti, che potrebbero portare polline da altri fiori inquinando la semina con incroci indesiderati. Ricordiamo di riallargare le pieghe del TNT.

La procedura deve esere ripetuta quotidianamente, finchè i petali cadranno e la curvatura dello scapo inizierà a diminuire, orientando progressivamente il disco stilare verso l'alto.

La guida è in fase di sviluppo e la sto completando in tempo reale: vedremo le prossime fasi man mano.
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