La conoscenza dei nomi botanici è importante se si desidera comunicare con altri coltivatori individuando le piante con nomi univoci ed universali.
La storia della Tassonomia ha visto epiche battaglie ed estenuanti dibattiti sulla classificazione delle piante carnivore e, in particolare, del genere Sarracenia. La trattazione di questi studi e di come si sia arrivati all’attuale classificazione è un tema lunghissimo e probabilmente non utile per chi ha raggiunto questa pagina. Per questo motivo, ho deciso di restringere al massimo i contenuti di questa sezione del sito, riportando soltanto le informazioni utili per la corretta distinzione delle unità tassonomiche in base alla nomenclatura attualmente riconosciuta e pubblicata per il genere Sarracenia sull'autorevole libro "Sarraceniaceae of North America", redatto da S. McPherson & D. E. Schnell ed edito da Redfern Natural History.
La storia della Tassonomia ha visto epiche battaglie ed estenuanti dibattiti sulla classificazione delle piante carnivore e, in particolare, del genere Sarracenia. La trattazione di questi studi e di come si sia arrivati all’attuale classificazione è un tema lunghissimo e probabilmente non utile per chi ha raggiunto questa pagina. Per questo motivo, ho deciso di restringere al massimo i contenuti di questa sezione del sito, riportando soltanto le informazioni utili per la corretta distinzione delle unità tassonomiche in base alla nomenclatura attualmente riconosciuta e pubblicata per il genere Sarracenia sull'autorevole libro "Sarraceniaceae of North America", redatto da S. McPherson & D. E. Schnell ed edito da Redfern Natural History.
(lista aggiornata a McPherson/Schnell, Settembre 2011 e ad oggi valida)
S. alata (Alph. Wood) Alph. Wood var. alata S. McPherson & D. E. Schnell
L’ascidio è verde brillante e può colorarsi, sebbene piuttosto debolmente, solo in pieno sole. Venature sottili sono presenti in quantità variabile all’interno del tubo, ma traspaiono quasi sempre attraverso i tessuti dell’ascidio e sono pertanto distinguibili anche dall’esterno. Gli ascidi più grandi sono prodotti in primavera, durante o più comunemente dopo la fioritura. Nella stagione estiva, la produzione di ascidi si interrompe e si può raramente osservare la produzione di piccole lamine non carnivore appiattite ensiformi dette filloidi, sebbene normalmente ciò non avvenga. Successivamente, in autunno, sono prodotti altri ascidi, solo leggermente più piccoli dei precedenti. L’esterno dell’ascidio può presentare una pubescenza da assente a molto accentuata, mentre sulla faccia inferiore dell’opercolo sono presenti dei peli lunghi fino a 5 mm e rivolti verso l’apertura dell’ascidio. Il fiore, che si forma in primavera prima della produzione di ascidi, ha un diametro intorno ai 7 cm e va dal giallo pallido all’avorio. I petali hanno forma lanceolata o ellittica, con apici arrotondati e curvati verso l’alto. Il fiore di questo taxon, come in tutte le varietà di S. alata, può essere inodore all’olfatto umano, o emanare un moderato odore felino (simile a quello dell’urina del gatto domestico).
L’ascidio è rosso-bordeaux e si colora interamente nel corso della stagione se ben esposto al sole. Solo in alcune popolazioni, si è osservato che i petioli degli ascidi conservano sempre un alone verdastro. Venature scurissime sono generalmente presenti all’interno dell’ascidio e sono visibili all’esterno. Di solito, esse sono ben evidenti e marcate all’esterno solo in controluce, oppure prima che l’intensa colorazione rossa le mascheri. Gli ascidi più grandi sono prodotti in primavera, durante o più comunemente dopo la fioritura. Nella stagione estiva, la produzione di ascidi si interrompe e si può raramente osservare la produzione di piccole lamine non carnivore appiattite ensiformi dette filloidi, sebbene normalmente ciò non avvenga. Successivamente, in autunno, sono prodotti altri ascidi, solo leggermente più piccoli dei precedenti. L’esterno dell’ascidio può avere una pubescenza da assente a molto accentuata, mentre sulla faccia inferiore dell’opercolo sono presenti dei peli lunghi fino a 5 mm e rivolti verso l’apertura dell’ascidio. Il fiore, che si forma in primavera prima della produzione di ascidi, ha un diametro intorno ai 7 cm e va dal giallo pallido all’avorio. I petali hanno forma lanceolata o ellittica, con apici arrotondati e curvati verso l’alto. Il fiore di questo taxon, come in tutte le varietà di S. alata, può essere inodore all’olfatto umano, o emanare un moderato odore felino (simile a quello dell’urina del gatto domestico).
L’ascidio va dal verde brillante al verde oliva, ma le tonalità più scure sono raggiunti solo da alcuni cloni e si sviluppano solo se è somministrato abbondante sole diretto. Le venature sono sottili, presenti in quantità variabile all’interno del tubo, ma traspaiano quasi sempre attraverso i tessuti dell’ascidio e sono pertanto spesso ben distinguibili anche dall’esterno. La sola particolarità distintiva ufficialmente comprovata rispetto a S. alata var. alata è la colorazione da rameica a bronzea presentata dalla parte superiore dell’opercolo. Questa colorazione, che presenta vari gradi in base al clone esaminato e risulta sfumata, è analoga a quella presente in S. flava var. cuprea. Si noti che quasi tutti i cloni di S. alata mostrano una colorazione bronzea sugli opercoli senescenti, ma in S. alata var. cuprea questa caratteristica è evidente già all’apertura degli ascidi in primavera. Gli ascidi più grandi sono prodotti in primavera, durante o più comunemente dopo la fioritura. Nella stagione estiva, la produzione di ascidi si interrompe e si può raramente osservare la produzione di piccole lamine non carnivore appiattite ensiformi dette filloidi, sebbene normalmente ciò non avvenga. Successivamente, in autunno, sono prodotti altri ascidi, solo leggermente più piccoli dei precedenti. L’esterno dell’ascidio può avere una pubescenza da assente a molto accentuata, mentre sulla faccia inferiore dell’opercolo sono presenti dei peli lunghi fino a 5 mm e rivolti verso l’apertura dell’ascidio. Il fiore, che si forma in primavera prima della produzione di ascidi, ha un diametro intorno ai 7 cm e va dal giallo p allido all’avorio. I petali hanno forma lanceolata o ellittica, con apici arrotondati e curvati verso l’alto. Il fiore di questo taxon, come in tutte le varietà di S. alata, può essere inodore all’olfatto umano, o emanare un moderato odore felino (simile a quello dell’urina del gatto domestico).
L’ascidio presenta una colorazione sfumata, che parte dal verde brillante o verde oliva della parte basale, si scurisce gradualmente e culmina in un colore porpora-violaceo tendente al nero sulla parte alta, ma le tonalità più scure e vicine al nero sono raggiunte sempre all’interno dell’opercolo. In alcuni cloni, le tonalità scure sono deboli all’esterno, ma l’interno dell’opercolo risulta comunque tendente al nero. La parte superiore dell’opercolo, inoltre, raggiunge tonalità molto scure solo di rado, mentre comunemente presenta una colorazione bronzea scura, rossastra o porpora. In ogni caso, in tutti i cloni la tonalità più scura è sempre quella presente sulla faccia inferiore dell’opercolo. Sebbene in coltivazione questo taxon sia spesso etichettato erroneamente, è importante ricordare che tutti quei cloni di S. alata i cui ascidi presentino una colorazione scura uniforme senza la parte basale verde, peraltro regolarmente bordeaux e non violacei, rientrano nel taxon S. alata var. rubrioperculata e non in S. alata var. nigropurpurea. Sebbene venature sottili non ramificate siano presenti in quantità variabile all’interno del tubo, intorno all’apertura e sotto all’opercolo, esse sono spesso mascherate dai tessuti scuri dell’ascidio e sono pertanto meglio distinguibili in controluce. Alcuni cloni presentano diversi gradi di pubescenza, che conferisce un aspetto argenteo in contrasto con la colorazione scura degli ascidi. Gli ascidi più grandi sono prodotti in primavera, durante o più comunemente dopo la fioritura. Nella stagione estiva, la produzione di ascidi si interrompe e si può raramente osservare la produzione di piccole lamine non carnivore appiattite ensiformi dette filloidi, sebbene normalmente ciò non avvenga. Successivamente, in autunno, sono prodotti altri ascidi, solo leggermente più piccoli dei precedenti. L’esterno dell’ascidio può avere una pubescenza da assente a molto accentuata, mentre sulla faccia inferiore dell’opercolo sono presenti dei peli lunghi fino a 5 mm e rivolti verso l’apertura dell’ascidio. Il fiore, che si forma in primavera prima della produzione di ascidi, ha un diametro intorno ai 7 cm e va dal giallo pallido all’avorio. I petali hanno forma lanceolata o ellittica, con apici arrotondati e curvati verso l’alto. Il fiore di questo taxon, come in tutte le varietà di S. alata, può essere inodore all’olfatto umano, o emanare un moderato odore felino (simile a quello dell’urina del gatto domestico).
L’ascidio è verde brillante tendente al giallo. Venature rosse o porpora percorrono la parte superiore degli ascidi, l’esterno dell’opercolo e solitamente anche l’interno del tubo e, in misura sempre minore, anche la faccia inferiore dell’opercolo. In alcuni cloni, al di sotto del livello del labbro, l’interno dell’ascidio presenta un reticolo di venature così fitto da risultare quasi interamente rosso. A differenza delle venature parallele e discrete presenti sugli altri taxa di S. alata, solo in S. alata var. ornata si osserva una struttura reticolare fitta e complessa, caratterizzata da vene parallele verticali connesse da una fitta rete di vene secondarie. Queste sono in forte contrasto con il colore verde-giallo di fondo e con l’opercolo, che quasi sempre è colorato di un giallo-verde molto brillante. Gli ascidi più grandi sono prodotti in primavera, durante o più comunemente dopo la fioritura. Nella stagione estiva, la produzione di ascidi si interrompe e si può raramente osservare la produzione di piccole lamine non carnivore appiattite ensiformi dette filloidi, sebbene normalmente ciò non avvenga. Successivamente, in autunno, sono prodotti altri ascidi, solo leggermente più piccoli dei precedenti. L’esterno dell’ascidio può avere una pubescenza da assente a molto accentuata, mentre sulla faccia inferiore dell’opercolo sono presenti dei peli lunghi fino a 5 mm e rivolti verso l’apertura dell’ascidio. Il fiore, che si forma in primavera prima della produzione di ascidi, ha un diametro intorno ai 7 cm e va dal giallo pallido all’avorio. I petali hanno forma lanceolata o ellittica, con apici arrotondati e curvati verso l’alto. Il fiore di questo taxon, come in tutte le varietà di S. alata, può essere inodore all’olfatto umano, o emanare un moderato odore felino (simile a quello dell’urina del gatto domestico).
L’ascidio è verde brillante tendente al giallo. Venature verticali, usualmente (ma non sempre) non ramificate, di colore rosso o porpora, percorrono la parte esterna e quella interna degli ascidi, incluso l’esterno dell’opercolo e solitamente anche l’interno del tubo. Queste sono in forte contrasto con il colore verde-giallo di fondo. L’opercolo ha una colorazione intensa dal roso al porpora scuro, che si estende quasi sempre anche al labbro. Gli ascidi appena formati, che devono ancora colorarsi, sono estremamente simili e talvolta virtualmente identici a quelli di S. alata var. ornata, ma si distinguono perfettamente quando la colorazione scura della parte inferiore dell’opercolo emerge con prepotenza nel corso della maturazione e dell’esposizione solare. Gli ascidi più grandi sono prodotti in primavera, durante o più comunemente dopo la fioritura. Nella stagione estiva, la produzione di ascidi si interrompe e si può raramente osservare la produzione di piccole lamine non carnivore appiattite ensiformi dette filloidi, sebbene normalmente ciò non avvenga. Successivamente, in autunno, sono prodotti altri ascidi, solo leggermente più piccoli dei precedenti. L’esterno dell’ascidio può avere una pubescenza da assente a molto accentuata, mentre sulla faccia inferiore dell’opercolo sono presenti dei peli lunghi fino a 5 mm e rivolti verso l’apertura dell’ascidio. Il fiore, che si forma in primavera prima della produzione di ascidi, ha un diametro intorno ai 7 cm e va dal giallo pallido all’avorio. I petali hanno forma lanceolata o ellittica, con apici arrotondati e curvati verso l’alto. Il fiore di questo taxon, come in tutte le varietà di S. alata, può essere inodore all’olfatto umano, o emanare un moderato odore felino (simile a quello dell’urina del gatto domestico).
L’ascidio è verde brillante e non si colora di alcuna tonalità di rosso, neanche in pieno sole. Ciò è dovuto all’assenza di antocianine rosse, presenti invece in tutte le altre varietà di S. alata. La totalità dei tessuti di questo taxon sono pertanto di colore uniforme verde brillante tendente al giallo, incluse le scaglie dei rizomi, gli ascidi in formazione e il fiore. Gli ascidi più grandi sono prodotti in primavera, durante o più comunemente dopo la fioritura. Nella stagione estiva, la produzione di ascidi si interrompe e si può raramente osservare la produzione di piccole lamine non carnivore appiattite ensiformi dette filloidi, sebbene normalmente ciò non avvenga. Successivamente, in autunno, sono prodotti altri ascidi, solo leggermente più piccoli dei precedenti. Non sono note molte popolazioni di questo taxon; tuttavia, conformemente alle altre varietà, l’esterno dell’ascidio può avere una pubescenza da assente a molto accentuata, mentre sulla faccia inferiore dell’opercolo sono presenti dei peli lunghi fino a 5 mm e rivolti verso l’apertura dell’ascidio. Il fiore, che si forma in primavera prima della produzione di ascidi, ha un diametro intorno ai 7 cm e presenta la caratteristica pallida colorazione giallo-verde. I petali hanno forma lanceolata o ellittica, con apici arrotondati e curvati verso l’alto. Il fiore di questo taxon, come in tutte le varietà di S. alata, può essere inodore all’olfatto umano, o emanare un moderato odore felino (simile a quello dell’urina del gatto domestico).
S. flava var. atropurpurea (Hort. W. Bull ex Mast.) Hort. W. Bull ex W. Robinson, non Hort. Veitch ex Berk. 1870L’ascidio è verde brillante con una spiccata tendenza al giallo e può raggiungere il giallo puro negli ascidi maturi di alcuni cloni, con una sufficiente esposizione al sole. Sulla colonna è presente una marcata macchia rosso sangue, che si ramifica ricoprendo di venature dello stesso colore la parte inferiore dell’opercolo. Venature rosse più sottili, non reticolate e non prominenti sono anche variabilmente presenti sulla parte esterna del tubo e sulla parte superiore dell’opercolo. Gli ascidi più grandi sono prodotti in primavera, durante o più comunemente dopo la fioritura. Nella stagione estiva, la produzione di ascidi si interrompe e si osserva la produzione di lunghe e robuste lamine non carnivore dette filloidi, a forma di spada. Successivamente, in autunno, sono prodotti altri ascidi, sensibilmente più piccoli dei precedenti. Sulla faccia inferiore dell’opercolo non sono presenti i vistosi peli rivolti verso il basso evidenti nelle altre specie (contrariamente a McPherson/Schnell, 2013, p. 220). Il fiore, che si forma in primavera prima della produzione di ascidi, ha un diametro che può raggiungere i 12 cm e presenta la caratteristica sgargiante colorazione gialla. I petali hanno forma piuttosto allungata, pendente. Il fiore di questo taxon, come in tutte le varietà di S. flava, emana un deciso odore felino (simile a quello dell’urina del gatto domestico).
S. flava var. cuprea D. E. SchnellL’ascidio è bordeaux o marrone in ogni sua parte, inclusa l’intera superficie superiore dell’opercolo, che non presenta alcuna parte gialla in contrasto. Alcuni cloni possono mantenere una sfumatura leggermente più verde nella parte bassa degli ascidi, ma generalmente la colorazione scura è uniforme dall’attaccatura del petiolo fino alla terminazione dell’opercolo. La parte inferiore dell’opercolo è solitamente dello stesso colore, ma talvolta può apparire leggermente più chiara rispetto alle altre parti della lamina e percorsa da venature scure. Spesso si possono osservare, solo in controluce, venature bordeaux che percorrono la parte esterna del tubo. La colorazione diventa più scura nel corso della stagione vegetativa e raggiunge la sua gradazione finale in autunno. In condizioni di scarsa luminosità, o in coltivazione nel primo anno dopo un disturbo radicale, questo taxon può risultare indistinguibile da alcuni cloni di S. flava var. ornata e S. flava var. rubricorpora. Gli ascidi più grandi sono prodotti in primavera, durante o più comunemente dopo la fioritura. Nella stagione estiva, la produzione di ascidi si interrompe e si osserva la produzione di lunghe e robuste lamine non carnivore dette filloidi, a forma di spada. In questa varietà anche i filloidi possono mostrare una tonalità tendente al rosso e talvolta anche delicate venature. Successivamente, in autunno, sono prodotti altri ascidi, sensibilmente più piccoli dei precedenti. Sulla faccia inferiore dell’opercolo non sono presenti i vistosi peli rivolti verso il basso evidenti nelle altre specie (contrariamente a McPherson/Schnell, 2013, p. 220). Il fiore, che si forma in primavera prima della produzione di ascidi, ha un diametro che può raggiungere i 12 cm e presenta la caratteristica sgargiante colorazione gialla dei petali. In questo particolare taxon, lo scapo fiorale, i sepali e il disco stilare possono presentare una colorazione scura, mentre i petali restano gialli come nelle altre varietà di S. flava. I petali hanno forma piuttosto allungata, pendente. Il fiore di questo taxon, come in tutte le varietà di S. flava, emana un deciso odore felino (simile a quello dell’urina del gatto domestico).
L’ascidio è verde brillante con tendenza al giallo. Venature rosse sottili, non reticolate né prominenti, sono solitamente presenti sulla parte esterna del tubo, sulla colonna e sulla parte inferiore dell’opercolo. Le venature della faccia superiore dell’opercolo sono invece assenti o più spesso mascherate. Infatti, la faccia esterna dell’opercolo presenta una marcata sfumatura rameica uniforme, solitamente tendente all’arancio ma talvolta talmente intensa da raggiungere un deciso color bronzo. In alcuni cloni, questa colorazione è diffusa, sebbene in maniera meno prominente, anche sulla parte superiore del tubo. Gli ascidi più grandi sono prodotti in primavera, durante o più comunemente dopo la fioritura. Nella stagione estiva, la produzione di ascidi si interrompe e si osserva la produzione di lunghe e robuste lamine non carnivore dette filloidi, a forma di spada. Successivamente, in autunno, sono prodotti altri ascidi, sensibilmente più piccoli dei precedenti. Sulla faccia inferiore dell’opercolo non sono presenti i vistosi peli rivolti verso il basso evidenti nelle altre specie (contrariamente a McPherson/Schnell, 2013, p. 220). Il fiore, che si forma in primavera prima della produzione di ascidi, ha un diametro che può raggiungere i 12 cm e presenta la caratteristica sgargiante colorazione gialla. I petali hanno forma piuttosto allungata, pendente. Il fiore di questo taxon, come in tutte le varietà di S. flava, emana un deciso odore felino (simile a quello dell’urina del gatto domestico).
L’ascidio è verde brillante con una spiccata tendenza al giallo e può raggiungere il giallo puro con una sufficiente esposizione al sole. Tutte le parti della pianta sono di un distintivo colore verde-giallo e prive di venature rosse, infatti la presenza di antocianine rosse è rilevabile solo osservando le parti in formazione e quelle in senescenza, o i petioli e le scaglie sui rizomi. Ciò la rende superficialmente simile a S. flava f. viridescens. Gli ascidi più grandi sono prodotti in primavera, durante o più comunemente dopo la fioritura. Nella stagione estiva, la produzione di ascidi si interrompe e si osserva la produzione di lunghe e robuste lamine non carnivore dette filloidi, a forma di spada. Successivamente, in autunno, sono prodotti altri ascidi, sensibilmente più piccoli dei precedenti. Sulla faccia inferiore dell’opercolo non sono presenti i vistosi peli rivolti verso il basso evidenti nelle altre specie (contrariamente a McPherson/Schnell, 2013, p. 220). Il fiore, che si forma in primavera prima della produzione di ascidi, ha un diametro che può raggiungere i 12 cm e presenta la caratteristica sgargiante colorazione gialla. I petali hanno forma piuttosto allungata, pendente. Il fiore di questo taxon, come in tutte le varietà di S. flava, emana un deciso odore felino (simile a quello dell’urina del gatto domestico).
L’ascidio ha un tessuto di fondo di colore verde brillante con una spiccata tendenza al giallo e può raggiungere il giallo puro negli ascidi maturi di alcuni cloni, con una sufficiente esposizione al sole. Tutte le parti della pianta sono ricoperte da venature variabili, da sottili e non ramificate a reticolari. Le popolazioni più a nord mostrano generalmente venature parallele e sottili, non ramificate, colonne più sottili e opercoli più dritti, mentre quelle più a sud tendono a mostrare un reticolo di vene più prepotente, colonna meno stretta e opercolo variabilmente ondulato. La distribuzione delle venature è di solito massima nella parte superiore dell’ascidio e meno prominente nella parte bassa, tuttavia alcuni cloni continuano a scurirsi nel corso della stagione vegetativa, con un incremento delle venature fino al punto da somigliare molto a S. flava var. atropurpurea prima di essiccarsi. All’apertura dell’ascidio è presente una concentrazione delle venature che culmina in una macchia rossa o porpora sulla colonna, simile a quella presente in S. flava var. flava. Il labbro può essere verde-giallo o interamente rosso. L’interno del tubo in alcuni cloni si presenta rosso scuro. Gli ascidi più grandi sono prodotti in primavera, durante o più comunemente dopo la fioritura. Nella stagione estiva, la produzione di ascidi si interrompe e si osserva la produzione di lunghe e robuste lamine non carnivore dette filloidi, a forma di spada. Successivamente, in autunno, sono prodotti altri ascidi, sensibilmente più piccoli dei precedenti. Sulla faccia inferiore dell’opercolo non sono presenti i vistosi peli rivolti verso il basso evidenti nelle altre specie (contrariamente a McPherson/Schnell, 2013, p. 220). Il fiore, che si forma in primavera prima della produzione di ascidi, ha un diametro che può raggiungere i 12 cm e presenta la caratteristica sgargiante colorazione gialla. I petali hanno forma piuttosto allungata, pendente. Il fiore di questo taxon, come in tutte le varietà di S. flava, emana un deciso odore felino (simile a quello dell’urina del gatto domestico).
S. flava var. rugelii (Shuttlew. Ex A.DC.) Mast.L’ascidio presenta sul tubo una colorazione che va dal rosso-arancione, al bordeaux, al marrone; in alcuni cloni, esso raggiunge una tonalità porpora con tendenza violacea, a causa di una copertura cerosa che conferisce riflessi tendenti al blu (come nel caso della notissima cultivar S. ‘Burgundy’). L’opercolo, di un giallo deciso, contrasta fortemente con il resto dell’ascidio e sulla sua faccia superiore è variabilmente percorso da venature scure, dal rosso al marrone, che possono essere praticamente assenti o talmente prominenti e intricate da far apparire questa zona quasi del tutto scura, con poche zone gialle rimaste fra le venature. Il labbro è solitamente giallo come l’opercolo, ma può arrossarsi nel corso della maturazione dell’ascidio. Alcuni cloni possono mantenere una sfumatura leggermente più verde nella parte bassa degli ascidi, ma generalmente la colorazione scura è uniforme dall’attaccatura del petiolo fino al labbro. La colorazione in alcuni cloni si stabilizza nel corso della stagione vegetativa e raggiunge la sua gradazione finale in autunno, ma in altri casi gli ascidi appaiono da subito ben colorati e solo le venature sulla colonna e sull’opercolo continuano a infittirsi e a scurirsi nel corso della stagione vegetativa. In condizioni di scarsa luminosità, o in coltivazione nel primo anno dopo un disturbo radicale, alcuni cloni di questo taxon possono talvolta risultare indistinguibili da alcuni cloni di S. flava var. ornata. Sulla colonna è presente una zona scura ramificata, simile a quella di S. flava var. flava, o molto più raramente una macchia definita simile a quella osservabile sugli ascidi di S. flava var. rugelii. La macchia, tuttavia, è quasi sempre più scura che sulle specie menzionate, tendendo a volte al marrone scuro o quasi al nero. Alcuni cloni di S. flava var. rubricorpora presentano colonne particolarmente sottili e slanciate, che si protendono marcatamente in avanti. L’opercolo è spesso accentuatamente ondulato sul bordo. Gli ascidi più grandi sono prodotti in primavera, durante o più comunemente dopo la fioritura. Nella stagione estiva, la produzione di ascidi si interrompe e si osserva la produzione di lunghe e robuste lamine non carnivore dette filloidi, a forma di spada. In questa varietà anche i filloidi possono mostrare una tonalità tendente al rosso e talvolta anche delicate venature. Successivamente, in autunno, sono prodotti altri ascidi, sensibilmente più piccoli dei precedenti. Sulla faccia inferiore dell’opercolo non sono presenti i vistosi peli rivolti verso il basso evidenti nelle altre specie (contrariamente a McPherson/Schnell, 2013, p. 220). Il fiore, che si forma in primavera prima della produzione di ascidi, ha un diametro che può raggiungere i 12 cm e presenta la caratteristica sgargiante colorazione gialla dei petali. In questo particolare taxon, lo scapo fiorale, i sepali e il disco stilare possono presentare una colorazione scura, mentre i petali restano gialli come nelle altre varietà di S. flava. I petali hanno forma piuttosto allungata, pendente. Il fiore di questo taxon, come in tutte le varietà di S. flava, emana un deciso odore felino (simile a quello dell’urina del gatto domestico).
L’ascidio è giallo-verde nelle prime fasi, ma ben presto raggiunge la sua tipica tonalità di giallo molto accesa, con una sufficiente esposizione al sole. Rispetto a tutte le altre varietà di S. flava, S. flava var. rugelii è quella che si colora più intensamente di giallo. Tutte le parti della pianta sono di colore giallo o giallo-verde e prive di venature di altro colore, eccetto che per la vistosa macchia rosso sangue presente sulla colonna. La macchia può variare da appena accennata, espressa in una striscia verticale irregolare al centro della colonna stessa, fino a molto accentuata, ricoprente l’intera colonna, estesa verso il basso verticalmente anche al di sotto del livello del labbro e verso l’alto raggiungente parte della faccia inferiore dell’opercolo. La macchia, a differenza di quella presente in S. flava var. flava, non presenta diramazioni e non percorre le venature: piuttosto, si presenta come una forma dai bordi frammentati. Nella maggior parte dei cloni si osserva una serie di piccole ulteriori macchie intorno a quella principale, che sono comunque connesse o adiacenti alla macchia principale. Il labbro è giallo o verde-giallo, così come l’intero tubo e la parte superiore dell’opercolo. In questa varietà, la più vigorosa fra tutte le 8 riconosciute per S. flava, si rilevano in assoluto gli ascidi più larghi e robusti. In particolare, la parte superiore del tubo, il labbro e l’percolo raggiungono le massime dimensioni per S. flava. Gli ascidi più grandi sono prodotti in primavera, durante o più comunemente dopo la fioritura. Nella stagione estiva, la produzione di ascidi si interrompe e si osserva la produzione di lunghe e robuste lamine non carnivore dette filloidi, a forma di spada. Successivamente, in autunno, sono prodotti altri ascidi, sensibilmente più piccoli dei precedenti. Sulla faccia inferiore dell’opercolo non sono presenti i vistosi peli rivolti verso il basso evidenti nelle altre specie (contrariamente a McPherson/Schnell, 2013, p. 220). Il fiore, che si forma in primavera prima della produzione di ascidi, ha un diametro che può raggiungere i 12 cm e presenta la caratteristica sgargiante colorazione gialla. I petali hanno forma piuttosto allungata, pendente. Il fiore di questo taxon, come in tutte le varietà di S. flava, emana un deciso odore felino (simile a quello dell’urina del gatto domestico).
L’ascidio è interamente verde brillante. Tutte le parti della pianta sono di un distintivo colore verde-giallo e prive di venature rosse, infatti la totale assenza di antocianine rende questa varietà di S. flava del tutto incapace di colorarsi. Può essere confusa con S. flava var. maxima, ma si distingue da quest’ultima perchè qui anche le parti in formazione, i petioli e le scaglie sui rizomi sono dello stesso colore, mentre in S. flava var. maxima tendono ad assumere colorazioni rossastre. L’aspetto generale resta comunque superficialmente simile a quello di S. flava var. maxima. Gli ascidi più grandi sono prodotti in primavera, durante o più comunemente dopo la fioritura. Nella stagione estiva, la produzione di ascidi si interrompe e si osserva la produzione di lunghe e robuste lamine non carnivore dette filloidi, a forma di spada. Successivamente, in autunno, sono prodotti altri ascidi, sensibilmente più piccoli dei precedenti. Sulla faccia inferiore dell’opercolo non sono presenti i vistosi peli rivolti verso il basso evidenti nelle altre specie (contrariamente a McPherson/Schnell, 2013, p. 220). Il fiore, che si forma in primavera prima della produzione di ascidi, ha un diametro che può raggiungere i 12 cm e presenta la caratteristica pallida colorazione giallo-verde dovuta all’assenza di antocianine. I petali hanno forma piuttosto allungata, pendente. Il fiore di questo taxon, come in tutte le varietà di S. flava, emana un deciso odore felino (simile a quello dell’urina del gatto domestico).
L’ascidio può avere una vasta gamma di colorazioni. Il tessuto di fondo può essere interamente verde, o può apparire verde alla base e sfumare verso il rosso progressivamente fino a raggiungere i toni più scuri nella parte superiore. Ma esistono anche cloni i cui ascidi hanno una prominente colorazione rossa, più o meno intensa, fino ad estremi in cui l’intero ascidio presenta, a maturazione, un tessuto di fondo di un distintivo colore dal bordeaux al porpora. La parte alta, che può occupare da un decimo a un quarto dell’altezza dell’intero ascidio, vanta la presenza di una fitta areolatura bianca, che può raramente colorarsi di un vivace colore dal rosa al magenta nei cloni più scuri, soprattutto sulla faccia inferiore dell’opercolo, sul labbro e dentro all’apertura dell’ascidio. I contorni degli areoli sono geometrici e a dividerli è presente una fitta trama di venature che a seconda del clone osservato possono andare dal verde, al rosso, al bordeaux, fino al marrone, e possono essere tutte della stessa tonalità o di diversi toni dei detti colori. Cloni dagli areoli arrotondati e/o sparuti sono sempre frutto di ibridazione, più o meno lontana. I bordi dell’opercolo sono tipicamente arricciati, caratteristica unica di tutte le varietà di S. leucophylla. La colonna si presenta sempre strozzata, anche se di solito meno vistosamente che in S. flava. Cloni esattamente conformi a S. leucophylla var. leucophylla in cui però la colonna sia larga e priva di strozzatura sono quasi certamente frutto di più o meno lontana introgressione. Una serie di ascidi di dimensioni relativamente moderate è prodotta in primavera, durante o più comunemente dopo la fioritura. Nella stagione estiva, la produzione di ascidi si interrompe e si può osservare la produzione di foglie non carnivore ensiformi, soprattutto in condizioni di stress. A un attento esame, si nota che queste foglie non costituiscono filloidi analoghi a quelli osservati in S. flava, bensì ascidi modificati, in cui l’ala è massimizzata mentre il tubo e l’opercolo sono ridotti al minimo. In autunno sono prodotti altri ascidi, più colorati e decisamente più voluminosi di quelli primaverili, che rappresentano l’altezza massima raggiunta dal genere Sarracenia, toccando punte massime di ben 120 cm. L’esterno dell’ascidio può avere una pubescenza da assente a molto accentuata, mentre sulla faccia inferiore dell’opercolo sono presenti dei peli lunghi fino a 7 mm e rivolti verso l’apertura dell’ascidio. Il fiore, che si apre normalmente già durante la formazione dei primi ascidi primaverili, ha un diametro che può raggiungere i 7 cm e i suoi petali presentano una colorazione uniforme che può andare dal rosso cremisi al marrone rossastro (tutti i cloni a fiore giallo, in passato erroneamente inclusi in S. leucophylla, sono in realtà frutto di ibridazione con altre specie). I petali hanno forma piuttosto allungata, pendente, con apici arrotondati. Nella maggior parte dei casi, anche se non sempre, il fiore ruota completamente verso l’alto al termine dell’antesi, dopo la caduta dei petali, volgendo il disco stilare perfettamente verso l’alto, comportamento unico nel genere Sarracenia, altrimenti osservato solo molto raramente in S. flava. Il fiore di questo taxon, come in tutte le varietà di S. leucophylla, emana un odore dolce. Come in tutte le altre varietà di S. leucophylla, il frutto divarica le capsule mature dalla parte basale, anzichè da quella apicale come avviene invece in ogni altro taxon del genere Sarracenia.
L’ascidio può presentare una vasta gamma di colorazioni. Il tessuto di fondo può essere interamente verde, o può apparire verde alla base e sfumare verso il rosso progressivamente fino a raggiungere i toni più scuri in prossimità della parte superiore. Non si raggiungono però colorazioni di fondo intense analoghe agli estremi riscontrabili in alcuni cloni di S. leucophylla var. leucophylla. Nella parte alta (che può occupare da un decimo a un quarto dell’altezza dell’intero ascidio), il colore di fondo inizia a disperdersi concentrandosi solo su deboli venature che si diramano verso l’alto su un fondo bianco puro. La colorazione bianca culmina sulla faccia inferiore dell’opercolo, sul labbro e dentro all’apertura dell’ascidio, dove le venature scompaiono gradualmente. La prominenza della colorazione bianca è visibile già durante la formazione degli ascidi, ma raggiunge il massimo contrasto alla completa maturazione e con una buona esposizione al sole. In molti cloni, anche la parte subito sottostante il labbro, all’esterno del tubo, è priva di venature e l’unico elemento cromaticamente contrastante, talvolta di un intenso colore porpora, resta il sottile margine frontale dell’ala. I bordi dell’opercolo sono tipicamente arricciati, caratteristica unica di tutte le varietà di S. leucophylla. La colonna si presenta sempre strozzata, anche se di solito meno vistosamente che in S. flava. Una serie di ascidi di dimensioni relativamente moderate è prodotta in primavera, durante o più comunemente dopo la fioritura. Nella stagione estiva, la produzione di ascidi si interrompe e si può osservare la produzione di foglie non carnivore ensiformi, soprattutto in condizioni di stress. A un attento esame, si nota che queste foglie non costituiscono filloidi analoghi a quelli osservati in S. flava, bensì ascidi modificati, in cui l’ala è massimizzata mentre il tubo e l’opercolo sono ridotti al minimo. In autunno sono prodotti altri ascidi, più colorati e decisamente più voluminosi di quelli primaverili. L’esterno dell’ascidio può avere una pubescenza da assente a molto accentuata, mentre sulla faccia inferiore dell’opercolo sono presenti dei peli lunghi fino a 7 mm e rivolti verso l’apertura dell’ascidio. Il fiore, che si apre normalmente già durante la formazione dei primi ascidi primaverili, ha un diametro che può raggiungere i 7 cm e i suoi petali presentano una colorazione uniforme che può andare dal rosso cremisi al marrone rossastro (tutti i cloni a fiore giallo, in passato erroneamente inclusi in S. leucophylla, sono in realtà frutto di ibridazione con altre specie). I petali hanno forma piuttosto allungata, pendente, con apici arrotondati. Nella maggior parte dei casi, anche se non sempre, il fiore ruota completamente verso l’alto al termine dell’antesi, dopo la caduta dei petali, volgendo il disco stilare perfettamente verso l’alto, comportamento unico nel genere Sarracenia, altrimenti osservato solo molto raramente in S. flava. Il fiore di questo taxon, come in tutte le varietà di S. leucophylla, emana un odore dolce. Come in tutte le altre varietà di S. leucophylla, il frutto divarica le capsule mature dalla parte basale, anzichè da quella apicale come avviene invece in ogni altro taxon del genere Sarracenia.
L’ascidio è caratterizzato da un tessuto di fondo interamente verde, privo di qualsiasi venatura di altro colore. Ciò è dovuto alla totale mancanza di antocianine. Sebbene esemplari di S. leucophylla var. leucophylla scarsamente esposti al sole possano non sviluppare la tipica colorazione rossa apparendo superficialmente simili a S. leucophylla f. viridescens, in quest’ultima anche i petioli, le scaglie del rizoma e gli ascidi in formazione mantengono una colorazione verde brillante a differenza di quanto comunque sempre osservabile in S. leucophylla var. leucophylla. La parte alta, che può occupare da un decimo a un quarto dell’altezza dell’intero ascidio, vanta la presenza di una fitta areolatura bianca. I contorni degli areoli sono geometrici e a dividerli è presente una fitta trama di venature dello stesso verde che contraddistingue ogni parte della pianta. Cloni dagli areoli arrotondati e/o sparuti sono sempre frutto di ibridazione, più o meno lontana. I bordi dell’opercolo sono tipicamente arricciati, caratteristica unica di tutte le varietà di S. leucophylla. La colonna si presenta sempre strozzata, anche se di solito meno vistosamente che in S. flava. Cloni esattamente conformi a S. leucophylla var. alba in cui però la colonna sia larga e priva di strozzatura sono quasi certamente frutto di più o meno lontana introgressione. Una serie di ascidi di dimensioni relativamente moderate è prodotta in primavera, durante o più comunemente dopo la fioritura. Nella stagione estiva, la produzione di ascidi si interrompe e si può osservare la produzione di foglie non carnivore ensiformi, soprattutto in condizioni di stress. A un attento esame, si nota che queste foglie non costituiscono filloidi analoghi a quelli osservati in S. flava, bensì ascidi modificati, in cui l’ala è massimizzata mentre il tubo e l’opercolo sono ridotti al minimo. In autunno sono prodotti altri ascidi, decisamente più voluminosi di quelli primaverili. L’esterno dell’ascidio può avere una pubescenza da assente a molto accentuata, mentre sulla faccia inferiore dell’opercolo sono presenti dei peli lunghi fino a 7 mm e rivolti verso l’apertura dell’ascidio. Il fiore, che si apre normalmente già durante la formazione dei primi ascidi primaverili, ha un diametro che può raggiungere i 7 cm e i suoi petali presentano una colorazione uniforme che riprende il verde delle altre parti, ma in una tonalità ben più pallida. I petali hanno forma piuttosto allungata, pendente, con apici arrotondati. Nella maggior parte dei casi, anche se non sempre, il fiore ruota completamente verso l’alto al termine dell’antesi, dopo la caduta dei petali, volgendo il disco stilare perfettamente verso l’alto, comportamento unico nel genere Sarracenia, altrimenti osservato solo molto raramente in S. flava. Il fiore di questo taxon, come in tutte le varietà di S. leucophylla, emana un odore dolce. Come in tutte le altre varietà di S. leucophylla, il frutto divarica le capsule mature dalla parte basale, anzichè da quella apicale come avviene invece in ogni altro taxon del genere Sarracenia.
L’ascidio ha un tessuto di fondo verde brillante, ma sull’opercolo e nella parte superiore del tubo può presentare una sfumatura rameica o rossastra variabilmente accentuata. Venature sottili di colore rosso scuro sono usualmente presenti sull’opercolo e variabilmente estese sulla parte posteriore dell’ascidio, opposta all’ala. Nella stessa area sono presenti areoli tondeggianti, che possono essere piatti o marcatamente convessi, disposti secondo disordinate file verticali interconnesse. Fra gli areoli si osservano venature discontinue di colore dal rosso al porpora. L’areolatura occupa normalmente circa un terzo dell’altezza dell’ascidio e sporadicamente degli areoli appaiono anche distaccati dalla concentrazione posteriore e più prossimi all’ala. Intricate venature sono presenti all’interno del tubo indipendentemente dal grado di esposizione solare, tanto che in alcuni cloni quest’area può apparire interamente colorata di rosso scuro o marrone. Solo pochi cloni non presentano questa caratteristica. Il grado di colorazione esterna è invece proporzionale alla luce ricevuta nel corso della maturazione. Il labbro è giallo-verde negli ascidi appena formati, ma più tardi si colora di rosso scuro o marrone. Il tubo ha una superficie glabra, ma è ruvido. Infatti, S. minor è specializzata nella cattura di artropodi terrestri, che trovano così il massimo appiglio nella scalata fino al labbro. L’opercolo, in S. minor var. minor, è ricurvo in avanti e ricopre l’apertura dell’ascidio superandola in estensione e nascondendola del tutto se si osserva la pianta dall’alto. La colonna non ha strozzature, è ricurva e si estende in larghezza fino ai lati del tubo, creando insieme all’opercolo una forma bulbosa che lascia aperta solo una fessura fra il labbro e l’opercolo. I petioli presentano una variabile curvatura alla base e da essi ha origine la vasta ala, che si assottiglia lungo l’altezza dell’ascidio fino a congiungersi, molto meno prominente, al labbro. Gli ascidi di solito raggiungono un’altezza massima di 30 cm, ma alcuni cloni in condizioni di grande disponibilità d’acqua possono toccare i 45 cm di altezza. Sono prodotti a partire dalla tarda primavera, comunemente immediatamente prima della fioritura o contemporaneamente ad essa, e continuano ad essere prodotti in abbondanza fino all’autunno. Non si osservano differenze fra le dimensioni degli ascidi primaverili e quelle degli ascidi autunnali, come accade invece per le altre specie del genere Sarracenia. Nella stagione primaverile, sebbene molto raramente, si può osservare la produzione di lamine non carnivore appiattite ensiformi dette filloidi, sebbene normalmente ciò non avvenga. Inoltre, in condizioni di stress vengono prodotti ascidi appiattiti con funzione fotosintetica, in cui il tubo è estremamente minimizzato. Queste strutture sono quasi identiche ai veri filloidi. Il fiore, che si forma in primavera in concomitanza alla produzione dei primi ascidi o immediatamente dopo, ha un diametro intorno ai 6 cm e colore giallo pallido. I petali hanno forma arrotondata, sono pendenti e lunghi da 2,5 a 4 cm. Il fiore di questo taxon, come in tutte le varietà di S. minor, emana un caratteristico delicato odore di cocomero, soprattutto durante l’esposizione al sole.
S. minor var. okefenokeensis D. E. SchnellL’ascidio è interamente verde brillante, essendo questo taxon del tutto privo di antocianine rosse. Infatti, anche i petioli, le scaglie del rizoma e le parti in formazione sono dello stesso colore. Sulla parte posteriore dell’ascidio, opposta all’ala, sono presenti areoli tondeggianti, che possono essere piatti o marcatamente convessi, disposti secondo disordinate file verticali interconnesse. L’areolatura occupa normalmente circa un terzo dell’altezza dell’ascidio e sporadicamente degli areoli appaiono anche distaccati dalla concentrazione posteriore e più prossimi all’ala. Il tubo ha una superficie glabra, ma è ruvido. Infatti, S. minor è specializzata nella cattura di artropodi terrestri, che trovano così il massimo appiglio nella scalata fino al labbro. L’opercolo in S. minor è ricurvo in avanti e ricopre l’apertura dell’ascidio superandola in estensione e nascondendola del tutto se si osserva la pianta dall’alto. La colonna non ha strozzature, è ricurva e si estende in larghezza fino ai lati del tubo, creando insieme all’opercolo una forma bulbosa che lascia aperta solo una fessura fra il labbro e l’opercolo. I petioli presentano una variabile curvatura alla base e da essi ha origine la vasta ala, che si assottiglia lungo l’altezza dell’ascidio fino a congiungersi, molto meno prominente, al labbro. Gli ascidi sono prodotti a partire dalla tarda primavera, comunemente immediatamente prima della fioritura o contemporaneamente ad essa, e continuano ad essere prodotti in abbondanza fino all’autunno. Non si osservano differenze fra le dimensioni degli ascidi primaverili e quelle degli ascidi autunnali, come accade invece per le altre specie del genere Sarracenia. Nella stagione primaverile, sebbene molto raramente, si può osservare la produzione di lamine non carnivore appiattite ensiformi dette filloidi, sebbene normalmente ciò non avvenga. Inoltre, in condizioni di stress vengono prodotti ascidi appiattiti con funzione fotosintetica, in cui il tubo è estremamente minimizzato. Queste strutture sono quasi identiche ai veri filloidi. Il fiore, che si forma in primavera in concomitanza alla produzione dei primi ascidi o immediatamente dopo, ha un diametro intorno ai 6 cm e colore giallo-verde pallido. I petali hanno forma arrotondata, sono pendenti e lunghi da 2,5 a 4 cm. Il fiore di questo taxon, come in tutte le varietà di S. minor, emana un caratteristico delicato odore di cocomero, soprattutto durante l’esposizione al sole.
L’ascidio ha un tessuto di fondo verde brillante, ma la metà superiore del tubo è variabilmente colorata di rosso rameico, mentre l’opercolo e il terzo superiore possono presentare una marcata colorazione bronzea. La colorazione bronzea può non essere distinguibile in cloni con particolare dominanza di rosso ed è comunque presente in misura variabile da clone a clone. Anche la sfumatura rossa può presentarsi a vari gradi, passando da casi estremi in cui è appena accennata fino ad altri in cui gli ascidi, con una buona esposizione al sole, raggiungono interamente una colorazione rossastra più o meno intensa. Venature sottili di colore rosso scuro sono usualmente presenti sull’opercolo (più abbondantemente che in S. minor var. minor) e variabilmente estese sulla parte posteriore dell’ascidio, opposta all’ala. Nella stessa area sono presenti areoli tondeggianti, che possono essere piatti o marcatamente convessi, disposti secondo disordinate file verticali interconnesse. Fra gli areoli si osservano venature discontinue di colore dal rosso al porpora. L’areolatura occupa normalmente un’area simile a quella osservabile su S. minor var. minor, ma, essendo S. minor var. okefenokeensis caratterizzata da ascidi molto più alti, la proporzione dell’area munita di areolatura sull’altezza totale dell’ascidio è molto ridotta in questa varietà. Come in S. minor var. minor, anche qui sporadicamente degli areoli appaiono anche distaccati dalla concentrazione posteriore e più prossimi all’ala. Più spesso che in S. minor var. minor, si osserva un contorno rosso-porpora intorno agli areoli, particolarmente marcato se la pianta riceve abbondante luce durante la stagione vegetativa. Ma, mentre in S. minor var. minor gli areoli sono quasi sempre bianchi, in S. minor var. okefenokeensis non è insolito notare che gli areoli si colorino di rosa acceso o di rosso scuro alla fine della maturazione, soprattutto nei cloni più scuri. Intricate venature sono presenti all’interno del tubo indipendentemente dal grado di esposizione solare, tanto che in alcuni cloni quest’area può apparire interamente colorata di rosso scuro o marrone. Il labbro è giallo-verde negli ascidi appena formati, ma più tardi si colora di rosso scuro o marrone. Il tubo ha una superficie glabra, ma è ruvido. Infatti, S. minor è specializzata nella cattura di artropodi terrestri, che trovano così il massimo appiglio nella scalata fino al labbro. L’opercolo in S. minor var. okefenokeensis è ricurvo in avanti e ricopre l’apertura dell’ascidio superandola in estensione in misura maggiore che in S. minor var. minor. L’apertura risulta del tutto nascosta se si osserva un ascidio dall’alto. La colonna non ha strozzature, è ricurva e si estende in larghezza fino ai lati del tubo, creando insieme all’opercolo una forma bulbosa che lascia aperta solo una fessura fra il labbro e l’opercolo. Quest’area, in S. minor var. okefenokeensis, non supera in larghezza l’area corrispondente in S. minor var. minor. Nel contesto degli alti ascidi di questa varietà, la forma generale ne risulta molto più snella e slanciata. I petioli tendono ad essere spiccatamente verticali, molto solidi, lunghi e robusti. Non sono cavi in prossimità del rizoma e il tubo inizia ad allargarsi solo a diversi cm dalla base. Ciò è dovuto alla tendenza di S. minor var. okefenokeensis a crescere con il rizoma immerso in cuscini di sfagno e talvolta immerso in accumuli d’acqua: situazioni ben più umide di quelle tipiche di S. minor var. minor. I lunghi petioli fanno sì che la parte preposta alla cattura e alla digestione delle prede svetti al di sopra del livello del suolo. Gli ascidi di solito raggiungono un’altezza massima di 70-90 cm, ma sono stati riportati rilevamenti di ascidi alti ben 130 cm. Sono prodotti a partire dalla tarda primavera, solitamente con due settimane di ritardo rispetto a S. minor var. minor in condizioni simili, e continuano ad essere prodotti in abbondanza fino all’autunno. Non si osservano differenze fra le dimensioni degli ascidi primaverili e quelle degli ascidi autunnali, come accade invece per le altre specie del genere Sarracenia. Nella stagione primaverile, meno raramente che in S. minor var. minor, si può osservare la produzione di lamine non carnivore appiattite ensiformi dette filloidi, sebbene normalmente ciò non avvenga. Inoltre, in condizioni di stress vengono prodotti ascidi appiattiti con funzione fotosintetica, in cui il tubo è estremamente minimizzato. Queste strutture sono quasi identiche ai veri filloidi. Il fiore, che si forma in primavera in concomitanza alla produzione dei primi ascidi o immediatamente dopo, ha un diametro intorno ai 6 cm e colore giallo pallido. I petali hanno forma arrotondata, sono pendenti e lunghi da 4,5 a 6 cm. Il fiore di questo taxon, come in tutte le varietà di S. minor, emana un caratteristico delicato odore di cocomero, soprattutto durante l’esposizione al sole.
S. oreophila var. ornata S. McPherson & D. E. SchnellL’ascidio ha tessuto di fondo verde brillante tendente al giallo, ma può raggiungere una colorazione gialla con abbondante esposizione al sole. Venature rossicce sono sempre presenti all’interno del tubo, sulla faccia inferiore dell’opercolo e sul lato interno della colonna. Le venature sono sempre leggere, a volte appena accennate e solo occasionalmente ramificate e possono risultare più o meno visibili all’esterno del tubo, in trasparenza. Non sono invece presenti sulla parte esterna del tubo e sulla faccia superiore dell’opercolo. Una tenue sfumatura tendente al porpora può essere presente all’interno dell’apertura dell’ascidio. Gli ascidi possono essere glabri o coperti da una peluria appena percettibile. Il labbro è verde brillante tendente al giallo, così come l’intero tubo e la parte superiore dell’opercolo. Gli ascidi più grandi sono prodotti in primavera; la fioritura avviene durante la produzione degli ascidi primaverili, o subito dopo. All’arrivo della stagione estiva, la produzione di ascidi si interrompe e questi seccano bruscamente. Si osserva, al loro posto, la produzione di numerose lamine non carnivore dette filloidi. I filloidi di tutte le varietà di S. oreophila appaiono marcatamente ricurvi verso il basso e si originano dal rizoma con un’angolazione di circa 45° rispetto al terreno. I filloidi sono l’unica parte aerea attiva durante l’intera estate (e restano vitali per tutto l’inverno successivo). Solo in autunno, questa fase di semi-quiescenza si conclude e un nuovo set di ascidi viene prodotto. Gli ascidi autunnali sono normalmente più piccoli dei precedenti e solitamente mostrano una migliore espressione cromatica. Il labbro, relativamente sottile, non culmina in un angolo frontale appuntito, né depresso, bensì presenta un perimetro regolare e piuttosto tondeggiante rispetto a S. flava, specie morfologicamente comparabile. Altre differenze evidenti rispetto a S. flava, oltre al ciclo di crescita stagionale e alla tipologia di filloidi, sono la minore divaricazione della parte alta del tubo, la forma più tondeggiante dell’opercolo, la colonna meno strozzata e la terminazione filiforme dell’apice dell’opercolo, che qui è rivolta in avanti a continuare la linea della venatura centrale, mentre è arricciata indietro in S. flava. Il fiore, che si forma contemporaneamente o successivamente alla produzione di ascidi, ha un diametro che può raggiungere i 6 cm e presenta petali dalla caratteristica colorazione gialla, mentre le altre parti del fiore sono verde brillante tendente al giallo. I petali sono pendenti e lunghi fino a 3,5 cm. Il fiore di questo taxon, come in tutte le varietà di S. oreophila, emana un leggero odore felino (simile a quello dell’urina del gatto domestico).
L’ascidio ha tessuto di fondo verde brillante tendente al giallo, ma può raggiungere una colorazione gialla con abbondante esposizione al sole. Venature rosse o porpora ben ramificate sono sempre presenti sia all’interno che all’esterno del tubo, su entrambe le facce dell’opercolo e sulla colonna. Una colorazione che va dall’arancione, al rosso scuro, al porpora può essere a vari livelli presente all’interno dell’apertura dell’ascidio. In alcuni cloni, questa zona può apparire uniformemente rossa o porpora. Gli ascidi possono essere glabri o coperti da una peluria appena percettibile. Il labbro può assumere una colorazione scura, in linea con quella eventualmente presente sull’apertura del tubo. Gli ascidi più grandi sono prodotti in primavera; la fioritura avviene durante la produzione degli ascidi primaverili, o subito dopo. All’arrivo della stagione estiva, la produzione di ascidi si interrompe e questi seccano bruscamente. Si osserva, al loro posto, la produzione di numerose lamine non carnivore dette filloidi. I filloidi di tutte le varietà di S. oreophila appaiono marcatamente ricurvi verso il basso e si originano dal rizoma con un’angolazione di circa 45° rispetto al terreno. I filloidi sono l’unica parte aerea attiva durante l’intera estate (e restano vitali per tutto l’inverno successivo). Solo in autunno, questa fase di semi-quiescenza si conclude e un nuovo set di ascidi viene prodotto. Gli ascidi autunnali sono normalmente più piccoli dei precedenti e solitamente mostrano una migliore espressione cromatica. Il labbro, relativamente sottile, non culmina in un angolo frontale appuntito, né depresso, bensì presenta un perimetro regolare e piuttosto tondeggiante rispetto a S. flava, specie morfologicamente comparabile. Altre differenze evidenti rispetto a S. flava, oltre al ciclo di crescita stagionale e alla tipologia di filloidi, sono la minore divaricazione della parte alta del tubo, la forma più tondeggiante dell’opercolo, la colonna meno strozzata e la terminazione filiforme dell’apice dell’opercolo, che qui è rivolta in avanti a continuare la linea della venatura centrale, mentre è arricciata indietro in S. flava. Il fiore, che si forma contemporaneamente o successivamente alla produzione di ascidi, ha un diametro che può raggiungere i 6 cm e presenta petali dalla caratteristica colorazione gialla, mentre le altre parti del fiore sono verde brillante tendente al giallo. I petali sono pendenti e lunghi fino a 3,5 cm. Il fiore di questo taxon, come in tutte le varietà di S. oreophila, emana un leggero odore felino (simile a quello dell’urina del gatto domestico).
S. psittacina var. psittacina (…working…)
S. psittacina var. psittacina f. viridescens (…working…)
S. psittacina var. okefenokeensis (…working…)
S. psittacina var. okefenokeensis f. luteoviridis (…working…)
Sarracenia purpurea
S. purpurea subsp. purpurea (…working…)
S. purpurea subsp. purpurea f. heterophylla (…working…)
S. purpurea subsp. venosa var. venosa (…working…)
S. purpurea subsp. venosa var. venosa f. pallidiflora (…working…)
S. purpurea subsp. venosa var. burkii (…working…)
S. purpurea subsp. venosa var. burkii f. luteola (…working…)
S. purpurea subsp. venosa var. montana (…working…)
Sarracenia rubra
S. rubra subsp. rubra (…working…)
S. rubra subsp. alabamensis (…working…)
S. rubra subsp. gulfensis (…working…)
S. rubra subsp. gulfensis f. luteoviridis (…working…)
S. rubra subsp. jonesii (…working…)
S. rubra subsp. jonesii f. viridescens (…working…)
S. rubra subsp. wherryi (…working…)
S. rubra, unità tassonomica da definire* (…working…)
* Esiste una ulteriore unità tassonomica di S. rubra la cui attribuzione a una precisa sottospecie non è stata al momento decisa. Questa è stata comunque citata e trattata da McPherson nel 2011 con la seguente definizione: “S. rubra ‘Incompletely diagnosed taxon from Georgia and South Carolina’ (undescribed)”.
Nomi attualmente invalidati e nomenclatura corretta
per gli ibridi di Sarracenia.
Gli epiteti usati per indicaregli ibridi di Sarracenia sono stati nel tempo utilizzati disordinatamente e molto spesso un solo nome ha finito per indicare ibridi diversi. Per questo motivo, nel volume pubblicato nel 2011 da S. McPherson e D. E. Schnell si è avanzata l'esigenza di invalidarli del tutto, optando per le descrizioni estese degli incroci.
In realtà, alcuni dei nomi degli ibridi che seguono sono entrati nel linguaggio comune dei coltivatori, ad esempio S. x moorei, S. x readii o S. x catesbaei. Tuttavia, vista la grande inattendibilità di questi epiteti nel contesto attuale, è meglio utilizzarli come nomi comuni e non come epiteti validi in contesti scientifici o formali.
Ibridi semplici
Alcuni ibridi complessi