Nella coltivazione di Sarracenia, il marciume del rizoma può considerarsi come la principale minaccia a cui si va incontro quando le condizioni di coltivazione non sono ottimali. Esistono molti agenti patogeni diversi capaci di indurre sintomi analoghi o solo lievemente diversi l'uno dall'altro, con elementi distintivi a volte sottili e quasi sempre volte poco certi. Si tratta di funghi o di batteri, che possono sia aver attaccato la pianta come patologia primaria, che essere subetrati come patologia secondaria dopo un trauma alla pianta stessa. Ma possono anche verificarsi necrotizzazioni del rizoma indotte da cause fisiche, come la brusca alternanza di disidratazione ed eccessi idrici.
L'individuazione dell'esatto agente patogeno o della esatta condizione che ha attaccato un rizoma è difficle da determinare ad occhio nudo, mentre da test microscopici eseguiti da personale qualificato è possibile risalire ad informazioni più affidabili.
Se districarsi fra le mille possibili cause di un marciume sembra un'impresa disperata e può scoraggiare, ciò che invece rincuora è che le regole per evitarne l'insorgenza - o almeno per limitarne consistentemente la probabilità - sono sempre le stesse, a prescindere dalla natura dell'agente scatenante. si tratta di quelle per una corretta coltivazione, che rendono le piante robuste, sane e resistenti alle avversità. Queste condizioni, dal punto di vista del coltivatore, cambiano in base al clima in cui si coltiva. Nel mio clima mediterraneo con estati torride e inverni relativamente miti, contrasto i marciumi del rizoma efficacemente seguendo alcune regole nella coltivazione:
- La regola d'oro: fatta eccezione per pochissimi punti fermi acclarati come la necessità del fotoperiodo intero e l'uso di acqua demineralizzata, osservo le piante e il loro pattern di crescita per adattare il mio metodo di coltivazione al modo in cui ogni singolo esemplare di Sarracenia "decide" di crescere nelle condizioni ambientali che gli offro, assecondando il pattern di crescita di ogni singolo clone. Tutte le altre regole, in realtà, derivano da questo punto.
- All'inizio della stagione vegetativa, se ho mantenuto un basso livello d'acqua nei bancali, lo incremento gradualmente, accompagnando la ripresa vegetativa senza cercare di "spronarla" con l'aumento delle irrigazioni, perché alcune piante potrebbero reagire bene, mentre altre potrebbero non essere ancora pronte.
- A differenza degli ascidi e dei fiori, che godono del fotoperiodo completo sotto al sole cocente, non espongo alcuna parte dei rizomi alla radiazione solare diretta. Sistemo i rizomi completamente sotto il livello della superficie del substrato, lasciando sporgere solo gli apici dei punti di crescita.
- Utilizzo acqua demineralizzata, priva di inquinanti, di sali e di metalli, mandandola direttamente dall'impianto ad osmosi ai bancali, senza accumularla.
- Pulisco e ispeziono bene ogni rizoma durante i rinvasi, ricordando che tutte le scaglie che avvolgono i punti di crescita, così come i peduncoli degli ascidi della stagione passata e gli scapi dei fiori ormai secchi, sono preziosi e devono essere lasciati al loro posto, in protezione dei rizom. Taglio rizomi e scapi secchi con lame pulite ad alcuni centimetri di altezza, mai strappati alla base.
- Rimuovo dai rizomi solo il materiale morto che si stacca al semplice tocco, stringendolo fra due dita, lasciando invece al suo posto ogni parte vegetale che ponga una resistenza anche minima.
- Rimuovo con un taglio netto le parti vecchie e lignificate dei rizomi durante i rinvasi, tagliando via la parte più vecchia di ogni rizoma con una lama pulita e disinfettata, fino a vedere una sezione interamente bianca.
- Evito di far essiccare il composto eccessivamente, per poi reidratarlo all'improvviso.
- Fornisco alle piante l'intero fotoperiodo giornaliero e una buona umidità relativa, nebulizzandole spesso se necessario, ovviamente con acqua demineralizzata.
- Sostituisco periodicamente l'acqua in cui i vasi sono immersi e pulisco per quanto possibile il fondo dei bancali, aspirando i detriti che vi si accumulano.
- Tengo in quarantena per almeno una o due stagioni vegetative le piante che sono state attaccate da funghi o che mostrano sintomi incerti, finché non hanno un vigore tale da farmi escludere categoricamente ogni possibile ricaduta.
- Contrasto la proliferazione di parassiti con costanza, evitando il più possibile ogni ricorso a qualsiasi sostanza chimica e preferendo la rimozione manuale ove fosse necessaria.
- Tengo in disparte le piante appena introdotte in coltivazione, anziché mischiarle al resto delle piante di comprovato buono stato di salute.
- Categoricamente, non fertilizzo le piante, che catturano una enorme quantità di insetti.
- Integro il mix con Trichoderma, o meglio utilizzo un mix che lo integra già. Ciò è utile per prevenire attacchi di funghi patogeni: ad esempio la crescita di Fusarium sp. viene efficacemente ostacolata da Trichoderma.
- Eseguo i rinvasi e l'asportazione delle parti vegetali secche alla fine dell'inverno, prima dell'innalzamento delle temperature. I funghi si attivano con l'avvento delle temperature primaverili, pertanto un rinvaso precoce, eseguito sul finire dell'inverno, garantisce alle ferite di rimarginarsi prima che le condizioni climatiche siano idonee alla penetrazione dei funghi stessi.