I parassiti che ho registrato su Sarracenia nelle mie condizioni sono i seguenti:
- Cocciniglia cotonosa (Planococcus sp.), la più frequente e difficile da debellare perchè si insedia fra le scaglie e negli interstizi dei rizomi, indebolendo le piante e causando ferite che aprono facilmente la porta ai funghi;
- Afidi (Macrosiphum sp.), facili da contrastare ma rapidi a tornare, difficili da vedere se non per i gravi danni estetici che causano, facendo crescere ascidi molto deformi e ricoprendo le piante di melata appiccicosa. Indeboliscono la pianta e la espongono alla fumaggine e ad altri funghi che attaccano il fogliame;
- Sciaridi (Sciaridae sp.), difficilissimi da contrastare percè le larve si insediano nel substrato e attaccano la pianta dall'apparato radicale. Sono portatori diretti di malattie fungine del calibro di Fusarium e Pythium le quali possono attaccare e uccidere Sarracenia, anche per la scarsa possibilità di una diagnosi tempestiva;
- Bruchi, capaci di scavare larghe e devastanti gallerie nei rizomi, che così perdono la loro funzionalità e possono anche marcire.
Cocciniglia cotonosa |
Coltivando Sarracenia dal 2006-2007, ho provato mille metodi per contrastare gli attacchi dei parassiti. Fino ad oggi, quasi ogni metodo chimico provato su qualsiasi parassita ha avuto un buon successo iniziale, seguito puntualmente dallo sviluppo di ceppi resistenti.
Pertanto, dopo i primi anni ho iniziato a trattare preventivamente, all'inizio della Primavera, con prodotti sistemici come Imidacloprid, Thiacloprid e Thiamethoxam e a variare i prodotti impiegati negli eventuali trattamenti successivi, agendo durante la stagione vegetativa sia per contatto direttamente sulle infestazioni, con principi attivi come Clorpirifos-metile, che ulteriormente per via sistemica, cambiando principio attivo rispetto al primo trattamento. Nonostante tutto ciò abbia sempre reso la vita molto difficile ai parassiti, questi hanno comunque sempre cercato di prendere il sopravvento ad ogni minima imperfezione della mia attività di contrasto. Questa pratica della lotta ai parassiti con l'uso di sostanze chimiche mi ha quindi dato lo spunto per riflettere sull'impatto ambientale della coltivazione: migliaia di specie di insetti e di organismi non visibili ad occhio nudo interagiscono con le piante e vengono raggiunti dai veleni che somministriamo, anche se a fin di bene, nell'intento di eliminare le infestazioni delle specie dannose.
La lotta chimica non è mai selettiva, neanche quando apparentemente uccide solo il parassita: gli agenti che immettiamo nell'ambiente di coltivazione lo invadono e lo alterano, disequilibrando i rapporti fra le specie che interagiscono in un determinato contesto e apportando danni talvolta irreversibili all'habitat circostante.
Per esempio i neonicotinoidi, che usavo per i trattamenti sistemici, sono dannosi anche per le preziosissime api, fra cui l'endemica ape nera sicula (Apis mellifera subsp. siciliana Dalla Torre 1896), e nuociono tanto ai parassiti, quanto ai loro predatori.
Questa situazione non poteva ripetersi ogni anno.
Coccinella septempunctata è uno dei più voraci predatori di afidi. |
Negli ultimi anni, dal 2015, ho gradualmente intrapreso un nuovo approccio che, oltre ad eliminare la minaccia chimica per gli insetti che visitano le mie piante, mi sta dando finalmente risultati piuttosto stabili: ho semplicemente sospeso i trattamenti, pulendo sempre molto bene tutti i rizomi in occasione di ogni rinvaso, eliminando a mano e con un getto d'acqua ad alta pressione ogni traccia di infestazione. Sì, ho del tutto smesso di trattare Sarracenia e non trovo più parassiti sulle mie piante.
Come è possibile un simile prodigio? Diciamo subito che non è merito delle azioni compiute dal coltivatore, ma di quelle che il coltivatore può scegliere di non compiere, sia tirandosi fuori dalla massa di coloro che alimentano gli introiti delle case produttrici di pesticidi dannosi per la Natura, che offrendo a se stesso la possibilità di osservare le molteplici sorprendenti interazoni fra Sarracenia e le specie animali ad essa associate: interazioni che vanno molto oltre alla carnivoria!
Tanacetum cinerariifolium |
A volte ciò non capita, allora cerco il parassita e se lo trovo ancora vivo lo rimuovo manualmente. I bruchi purtroppo sono invisibili perchè scavano nei rizomi senza mostrare alcun sintomo, quindi non so se sono ancora presenti. Ma ne dubito, a giudicare dalla popolazione di gechi e ragni!
Purtroppo, però, si può sempre incappare in una infestazione di parassiti particolarmente violenta. È bene evitare i trattamenti chimici alle piante, ma è altrettanto bene munirsi di quei prodotti che possono essere utili in caso di vera emergenza. In questi casi, il mio consiglio è di allontanare la pianta attaccata dalla sede di coltivazione, metterla in un ambiente ombreggiato e fresco non raggiungibile da insetti e animali e trattare due volte, a distanza di 3 giorni, con Piretrine naturali, estratte da Tanacetum cinerariifolium (una specie di crisantemo). Attendere altri tre giorni prima di riportare la pianta all'esterno, nella sua posizione originale. Se l'infestazione si ripresenta, è possibile trattare ulteriormente sempre con piretro.